Negli ultimi anni, le foreste dell'Amazzonia hanno registrato una perdita del 30% in più di bosco vergine rispetto ai 10 anni prima.
L'Europa e l'Italia invece sono in controtendenza rispetto ai dati globali di deforestazione. A partire dagli anni '50 in poi, la foresta ha riconquistato gli spazi che le erano stati tolti. Il progressivo abbandono dei villaggi rurali, dei campi seminativi e dei pascoli ha permesso il rimboschimento naturale, che affiancato a quello artificiale ha consentito di raddoppiare la superficie di terreno boschivo.
In Italia il 38% della superficie è costituito da foreste: se nel 1947, in Italia, si contavano 5,6 milioni di ettari adibiti a bosco, nel 2015 l'inventario forestale riporta 11,1 milioni di ettari.
L'Europa e l'Italia invece sono in controtendenza rispetto ai dati globali di deforestazione. A partire dagli anni '50 in poi, la foresta ha riconquistato gli spazi che le erano stati tolti. Il progressivo abbandono dei villaggi rurali, dei campi seminativi e dei pascoli ha permesso il rimboschimento naturale, che affiancato a quello artificiale ha consentito di raddoppiare la superficie di terreno boschivo.
In Italia il 38% della superficie è costituito da foreste: se nel 1947, in Italia, si contavano 5,6 milioni di ettari adibiti a bosco, nel 2015 l'inventario forestale riporta 11,1 milioni di ettari.
Questo aumento della superficie boschiva ha portato al conseguente aumento della fauna selvatica e al recupero di specie in via di estinzione a causa della caccia sregolata del secolo scorso.
Vivere in equilibrio con fauna e flora sarà quindi la sfida dei prossimi decenni. Preservare la foresta, la biodiversità e l'elemento naturale sarà non solo auspicabile, ma necessario, nella speranza di riequilibrare la nostra presenza sulla terra e vivere di più a stretto contatto con essa.